Fondaco dei Turchi e Museo di Storia naturale, Chiesa di San Stae con la Chiesa e la Scoletta del Tiraoro battioro,
Palazzo Mocenigo ,
 Ca' Pesaro ,   Ca' Corner della Regina,  Mercato di Rialto, Chiesa di San Giacometto
segue da:
Tutto questo fiorire di affari e di idee attorno al quartiere vacillò quando nei primi giorni di gennaio del 1514 un incendio distrugge in gran parte questa
insula così straordinariamente piena di vita.

Rialto, ombelico dell'economia
Da una bottega di tessuti, il fuoco – alimentato da fortissime raffiche di grecale e tramontana – trasforma Rialto in un braciere. Il disastro è aggravato dalla folla dei curiosi (tra i quali molti malintenzionati), che rende difficile l’intervento delle squadre di soccorso per abbandonarsi al saccheggio del fondaco della Farina, nella convinzionecondivisa dai più, che era meglio che la farina finisse in bocca alla povera gente piuttosto che bruciata nel rogo. Le fiamme furono domate soltanto la mattina dopo. Il bilancio è disastroso infatti risultano distrutti stabili, merci e preziosi. Per molti è la rovina. Lo Stato, comunque, non resta con le mani in mano.

La mappa di Rialto prima dell'incendio

Le abitudini dei veneziani


Una trentina di teatri e altrettante compagnie di teatranti, casini aperti per permettere il gioco d'azzardo ai residenti e ai viandanti, osterie con i migliori vini del mondo, tra cui i famosi vini di Cipro,  e caffetterie ove si può gustare, primo luogo in Europa, della cioccolata in tazza. La vita a Venezia si svolge al ritmo delle chiacchiere, delle parole scambiate sulla porta, là dove le matrone portano una piccola sedia e ricamano al tombolo.
Già in marzo vengono discussi i primi progetti di rifabbrica, tra i quali uno dello scultore Alessandro Leopardi e un altro dell’illustre ingegnere veronese Fra’ Giocondo.
Da successive consultazioni esce prescelto il progetto di Antonio Abbondi, detto lo Scarpagnino, che viene definitivamente approvato il 30 agosto 1514.  Così, tra campo di Rialto Nuovo e la ruga dei Oresi (la strada degli orefici), la Drapperia viene raddoppiata: il nuovo edificio, lungo 113 m con un portico ad archi per l’intera lunghezza e una nuova strada di servizio alle spalle (il Parangon) al tempo della Serenissima, ospitava varie magistrature tra le quali i Dieci Savi sopra le Decime. 
È noto oggi come Fabbriche Vecchie di Rialto e ospita, tra l’altro, la sede del Magistrato alle Acque.
Si rinnova anche il campo di San Giacomo, dove sorge un nuovo corpo di fabbrica destinato a sede di banche e di altri uffici.
Più tardi sorgerà il nuovo e splendido palazzo dei Camerlenghi, dove entreranno altre magistrature finanziarie, tra le quali quella dei Governatori alle Entrade. Molto più tardi, nel 1555, Jacopo Sansovino progetterà le cosiddette Fabbriche Nuove (dove oggi hanno sede Tribunale e Corte d’Assise), che accresceranno il prestigio dell’area.
In attesa del ponte in pietra.
San Giacometto
La chiesa è di origine antichissima, forse la più antica di Venezia (molte discussioni in merito si stanno svolgendo nei salotti e negli spazi web), la cui fondazione è legata probabilmente alla nascita del mercato di Rialto, avvenuta nel 1097.
A testimonianza di questo legame è l’iscrizione del XII secolo sull’abside esterna, che richiama i mercanti all’onestà e alla lealtà. Del disegno originale la chiesa conserva il porticato gotico con bellissimi capitelli, unico esempio superstite a Venezia, e la pianta quadragona dell’interno.
La Chiesa di San Giacomo di Rialto è l’unica sopravvissuta al grande incendio del 1514. Secondo una leggenda, che fa risalire la sua costruzione al V secolo, sarebbe la chiesa più copiata della città.  La sua architettura è servita da modello a molte altre chiese cittadine. Nel cuore del mercato è da sempre la chiesa dei mercanti.
Parti della stessa chiesa erano dedicate al negozio, parti ad uffici (tutt'ora uno spigolo è una bottega artigiana, che propone candele d'autore e maschere del carnevale veneziano), sotto il porticato nel frattempo venivano trattati gli affari...



Ca' Pesaro: Galleria Internazionale d’Arte Moderna

L'imponente palazzo che è  ora sede della Galleria Internazionale d’Arte Moderna è sorto nella seconda metà del XVII secolo, su progetto di Baldassarre Longhena, massimo architetto del barocco veneziano.
Per realizzare la dimora della famiglia Pesaro, l'architetto si è ispirato  alla classicità del Sansovino, elaborandone le soluzioni per raggiungere una "sontuosa e imponente armonia".
Oggi vi sono ospitate importanti collezioni otto-novecentesche di dipinti e sculture. Tra le opere che vengono presentate, spiccano capolavori di Klimt (nell'immagine a desta), Chagall e notevoli opere da Kandinsky a Klee, da Matisse a Moore, oltre a una ricca selezione di lavori di artisti italiani (a fianco la famosissima statuetta "il Cardinale" di Manzu), e un importante gabinetto di grafica.