La chiesa di Madonna dell'orto

La chiesa  fu costruita verso la metà del Trecento dall’ordine degli Umiliati che risiedeva in quella zona, e originariamente dedicata a San Cristoforo, patrono dei traghettatori, viaggiatori e mercanti.
La denominazione Madonna dell’Orto fu data in seguito quando divenne sede di una statua raffigurante la Madonna con Bambino, che lo scultore Giovanni de Santi aveva collocato nell’orto della sua casa e che,  ritenuta miracolosa, era divenuta meta di pellegrinaggi.
La statua è qui tuttora conservata nella Cappella di San Mauro.  L’edificio come tutta la zona in cui sorge, subì rimaneggiamenti, restauri e ristrutturazioni durante tutto il XV secolo:  ciò spiega la presenza di stili ed elementi architettonici tanto  diversi. La facciata  è prevalentemente gotica, anche se conserva una dimensione romanica nelle proporzioni.
La pianta della chiesa è a tre navate, prive di transetto,  due file di colonne in marmo greco sostengono gli archi; l’interno ha epilogo con tre cappelle absidali.
La chiesa è nota in tuttio il mondo perché rappresenta la palestra fondamentale del percorso artistico di Jacopo Robusti detto il Tintoretto (1518 – 1594). Ma nel suo interno si trovano altri e ben noti autori che hanno lasciato un indimenticabile segno nella caratterizzazione della chiesa: il primo altare a destra ospita la splendida pala di Cima da Conegliano rappresentante Giovanni Battista tra i santi Pietro, Marco, Girolamo e Paolo (XV secolo). Dopo il terzo altare a destra  Martirio di san Lorenzo di Daniel van Dyck (prima metà XVII secolo).
Più avanti, sempre nella navata destra, sopra all’ingresso della Cappella di san Mauro, si può notare la Presentazione al tempio di Maria di Jacopo Tintoretto, dipinto che riunisce le ante del vecchio organo; il retro delle stesse si può ammirare ora nel presbiterio.
Nel presbiterio, completamente decorato da lavori di Jacopo Tintoretto, si trovano i due grandi tele raffiguranti il Giudizio Universale  e l’Adorazione del Vitello d’oro, insieme con la Decollazione di San Paolo, e l’Apparizione della croce a San Pietro  -retro delle portelle d'organo.  Sempre di Jacopo Tintoretto, le raffigurazioni delle quattro Virtù cardinali (XVI secolo). Nella navata sinistra, Padre Eterno in gloria del figlio di Jacopo, Domenico Tintoretto (fine XVI secolo).
Nella quarta cappella della stessa navata si trova la stupenda pala di Jacopo Tintoretto che rappresenta il Miracolo di Sant'Agnese.
Nella terza cappella a sinistra, altre opere di Domenico Tintoretto: Natività e Angeli incensieri,  e la Crocifissione  di Jacopo Palma il Giovane (XVI secolo).
Nella seconda cappella a sinistra, San Vincenzo martire tra san Domenico, papa Eugenio IV, il beato Lorenzo Giustiniani e sant'Elena di Jacopo Palma il Vecchio (XVI secolo) e, di fronte a questo, un'opera di Tiziano proveniente dalla chiesa di San Marziale, che rappresenta Tobiolo e l'angelo. Nella cappella Valier, prima a sinistra, era situata una Madonna con Bambino di Giovanni Bellini (XV secolo), purtroppo rubata nel 1993 e non ancora recuperata.


San Marcuola;
Santa Lucia,
palazzo Labia,
Ghetto nuovo e vecchio,
Sinagoga,
Strada Nuova,
Sant'Alvise,
Misericordia,
Santi Apostoli,
Teatro Malibran



La chiesa di Sant'Alvise

La tradizione vuole che la chiesa di Sant'Alvise fosse costruita nel 1388, per elargizione di Antonia Venier, e consacrata a san Ludovico, il vescovo di Tolosa, apparso in sogno alla giovane, ricchissima, veneziana.
Sul portale della facciata –in mattoni a vista - è posta la statua di Sant’Alvise, ultimo residuo della  decorazione originaria.
L’interno, si sviluppa in una sola navata, fu rimaneggiato nel 600, mantenendo  l’originale “barco”,  cioè il coro sospeso.

Grazie a questo stratagemma le
monache, potevano accedere direttamente
attraverso il passaggio con l’adiacente convento.  Il soffitto piano è decorato da Antonio Torri e Pietro Ricchi con pitture di soggetto sacro. 

(segue)